Questa settimana mi è capitato di leggere un articolo molto interessante e curioso riguardante aneddoti, abitudini e bizzarrie di alcuni grandi scrittori. Il pezzo, che trovate su Rai Letteratura, è un piacevole estratto del libro Vite segrete dei grandi scrittori, di Robert Schnakernberg, autore americano, ed edito in Italia da Electa.

L’articolo mi ha fatto ricordare tanti altri fatti curiosi, letti qua e là in diverse biografie — si, perché a me le biografie piacciono veramente tanto! Nei consigli di questa settimana voglio condividerne alcuni con voi, perché credo sia sempre piacevole, e allo stesso tempo importante, prender coscienza del fatto che, dietro ogni grande capolavoro della letteratura mondiale c’è, come è ovvio, uno scrittore, ma anche un uomo, cosa a volte meno ovvia, con le proprie manie, abitudini, superstizioni, quelle che infondo un po’ tutti abbiamo.

Buona lettura!

 

Gita al faroVirginia Woolf si distinse non solo per la bellezza e la ricercatezza delle sue opere, ma che per l’innovatività con la quale si approcciò sempre alla lingua inglese e allo stile. Innovative furono anche le sue abitudini da scrittrice: si racconta infatti che fosse solita lavorare di mattina per almeno due ore e mezza su un tavolo appositamente costruito, sul quale poteva leggere e rimirare la sua opera sia da vicino che da lontano. Non solo, ispirata probabilmente dall’esercizio artistico della sorella Vanessa, pittrice, la Woolf amava scrivere in piedi, aiutandosi con una tavola di compensato alla quale aveva fissato penna, inchiostro e foglio. Pittrice è anche uno dei personaggi del romanzo Gita al Faro, Lily Briscoe, amica della famiglia Ramsay, vera protagonista insieme all’Assenza, di una delle opere più famose della grande scrittrice inglese.

 

Ulisse, jemes joyceCosì come Virginia Woolf, anche James Joyse aveva un suo modo particolare di scrivere. Forse a causa dei gravi problemi di vista, Joyse era solito scrivere con una grande matita sul letto, sdraiato a pancia in giu. Sdraiata a letto accanto al marito, quasi nella stessa posizione tanto cara allo scrittore irlandese, è anche Molly Bloom, la Penelope joyciana, nell’Ulisse, protagonista del flusso di coscienza posto in chiusura del celebre romanzo.

 

Il Gatto Nero, Edgar Allan Poe

Si racconta che Edgar Allan Poe, maestro della letteratura dell’orrore, fosse terrorizzato dal buio. Probabilmente fu proprio questa fobia a ispirare molte delle sue tetre storie, oltre che il suo tutore letterario prediletto, Catterina, la gatta nera fedele compagna dello scrittore, che era solito considerare le sue fusa come segno di approvazione per ciò che stava scrivendo. Nero come Catterina era anche Plutone, il gatto fiero e bello di proprietà del narratore, condannato a morte, del racconto Il gatto nero.

 

Ritorno alla brughiera, harley, biblon storeLa Natura fu uno dei personaggi centrali dell’intera opera di Thomas Hardy. Nato e cresciuto nel Dorset, lo scrittore inglese rimase sempre fedele alla propria terra, identificata nei suoi scritti con l’antico nome della regione, Wessex. In questa particolare zona geografica, tanto definita quanto in parte immaginata, lo scrittore britannico ambientò tutti i romanzi della maturità, tra i quali Ritorno alla Brughiera, il suo primo grande lavoro letterario. Si racconta che Harby fosse solito scrivere a piedi nudi, un piccolo e privato ritorno alla natura, tante volte cercata e tante volte descritta.

 

Martin Eden, jack london, biblon storeEra ossessionato dai numeri, o meglio dal numero delle parole da scrivere giornalmente, Jack London. Il suo lavoro letterario quotidiano doveva ammontare esattamente a 1.000 parole, una regola che London si impose fin dagli inizi della sua carriera letteraria, una carriera travagliata che lo portò a diventare uno scrittore di successo solo dopo innumerevoli tentativi. Sprazzi di vita dello scrittore statunitense si ritrovano in Martin Eden, romanzo che racconta la difficile vita dell’omonimo protagonista che lotta disperatamente, così come anche London fece, per diventare uno scrittore di successo.

 

piccole donne, alcott, biblon storeSi racconta che Louise May Alcott fosse una bambina molto indisciplinata, ribelle e sognatrice. Probabilmente a causa di questa sua intrinseca irrequietezza, la Alcott credeva di esser stata un cavallo in qualche vita precedente. In Jo, una delle quattro sorelle March — protagoniste del noto romanzo Piccole Donne — è possibile leggere alcuni dei tratti del ribelle temperamento della Alcott. Jo è schietta, determinata ma anche difficile e irrequieta, così come fu la sua celebre ideatrice.

 

 

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