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U brigant di duji calabriji

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Descrizione prodotto

Nell’epoca antecedente l’occupazione piemontese, nonostante una povertà diffusa nel Regno delle Due Sicilie, dovuta soprattutto allo spadroneggiare dei cosiddetti nobili signori, si poteva godere di un diritto sacrosanto per l’uomo di tutti i tempi;
Il diritto alla sopravvivenza.
Si lavorava tanto, ma alla fine si riusciva, spesso con l’aiuto di orgogliosi ribelli all’ordine costituito, i cosiddetti ‘briganti’, a vivere con dignità e ad essere cittadini orgogliosi di un Paese che non conosceva emigrazione di sorta per sfamarsi.
Al contrario erano i cittadini di altri Stati che venivano a la-vorare nelle nostre terre per procurarsi quel tanto che potesse servire a sfamare se stessi e la propria famiglia. Non a caso alla fine del romanzo, a pag. 166, in apposito riquadro, inserisco un dialogo tra Ferdinando IV di Borbone e Pietro Leopoldo, granduca di Toscana, dove il primo, con un parafrasare che ci ricorda Eduardo De Filippo, evidenzia la miseria in cui versano i popoli toscani costretti ad emigrare ‘negli Stati’ napoletani per sopravvivere …, ma è lo stesso Alessandro Manzoni che a suo modo ci racconta della fame, delle pestilenze e delle sofferenze delle genti del nord ben più gravi e più acute di quelle sicule – napoletane.
Era con orgoglio che si sosteneva quella povertà, sicuramente meno povera che in moltissimi altri Paesi europei dell’epoca e, soprattutto, che in tutto il resto della penisola italiana.
Ciò che il ricco signore derubava, veniva soppiantato da quell’arrotondare proficuo attraverso le terre demaniali che il Re metteva a disposizione, veniva, cioè, vanificato da persone non piagnoni che sempre attive trovavano il modo di cavarsela in ogni situazioni senza dover ricorrere mai all’emigrazione!
Nell’epoca immediatamente susseguente l’occupazione pie-montese, dove tutto ciò che era piemontese fu importato da noi, mentre tutto ciò che era nostro fu derubato e/o dilapidato dai tiranni massacratori in pochissimi anni, seguì il periodo della fame, delle miserie e dei morti ammazzati dal nuovo regime che per giustificarne i misfatti, si inventò la ‘scuola Lombroso’ con a capo uno scellerato individuo, ebreo di Verona, con l’odioso fine di dimostrare e riferire al mondo che i miei avi erano sottosviluppati mentali e ‘atavicamente’ portati a fare violenze e quindi ‘giustamente’ repressi con ogni sorta di violenza.
Si perse, dunque, quel sacrosanto ‘diritto alla sopravvivenza’ che mai ci aveva lascato prima d’allora.
Le teorie di Lombroso, oggi smentite da tutto il mondo scientifico, sono state fatte proprie da Adolf Hitler che le utilizzò alla pari dei piemontesi per giustificare l’esistenza di una razza eletta che tutto poteva contro gli altri che erano voluti inferiori o dannosi!
Lo stesso Hitler ebbe a copiare i luoghi di concentramento già ampiamente e spietatamente sperimentati dai piemontesi sulla pelle dei duo siciliani, dimostrando che NULLA si inventò Hitler, essendogli bastato, semplice-mente, copiare

Titolo: U brigant di duji calabriji
Autore: Leonardo Paletta;
Editore: Leonardo Paletta
Formato PDF con Digital watermarking
ISBN: 9786050301427

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